Egregi signori, se mi è
concesso, mi permetterei alcune brevi osservazioni, a valere come spunto di
richiamo e assolutamente non a esaustive illustrazioni :
1) Articolo del Corsera e
di Repubblica ( Paolo Rumiz) su questioni triestine. Non entro nel merito degli articoli ma
vorrei fare presente che per poter portare a termine qualsiasi progetto con i
costi minori e la maggiore efficacia sono necessarie due cose :
a) i' piccioli'
come dicono in Sicilia
b) la libertà di movimento e di decisione .
Ebbene, non
abbiamo nessuna delle due .
I soldi , invece che derivare dai cespiti del porto
come da Allegato VIII per essere ivi reinvestiti per ammodernamenti allo stato
dell'arte, passano tutte le trafile, mani e ambulacri prima di arrivare a
destino in infima frazione , quasi quale benevolo dono.
Quando si fanno le
meraviglie ( maravee ) se arriva qualche milione per continuare a' spizzico
magnifico' determinati lavori, non si guarda mai al termine di paragone della
quantità di finanziamenti a Genova e agli altri porti ( fosse pure per i
contratti di dragaggio) che pure non dispongono delle provvigioni dell'Allegato
VIII.
Dunque, chi ha più legalmente ha tanto di meno sull'unghia!
Quanto all'articolo di Rumiz, posso solo,
dire che mi ha profondamente 'sconcertato' . Non è da lui scrivere in quel modo
: sembra un articolo su commissione per qualche depliant turistico!
2) Opere e insediamenti
portuali in Porto Vecchio :
La
famigerata sdemanializzazione è assolutamente illegale per due ragioni
A) Non è neppure certo che il territorio di
Porto Franco possa essere compreso nel Demanio italiano in quanto , sino a
prova contraria, si tratta sempre e solo di gestione affidata al solo Governo
italiano e NON allo Stato italiano.
B)
Se un'area non è demaniale non può venire sdemanializzata e in ogni caso non
può essere infranto il disposto delle aree di Porto Franco destinandole al
Comune.
Quindi, nessun 'diritto' ma solamente un atto di imperio che ha la sua
operatività con leggi e disposizioni interni italiani, che valgono solo in
quanto imposte e solo per il silenzio delle parti garanti.
Nella pratica,
significa questo:
1) che la maggior parte delle aree appetibili vengono destinate
al Comune mentre potrebbero essere meglio utilizzate per insediamenti
produttivi secondo il citato Allegato
2) Che non si sa che fine farà il grande
parco binari del Porto Vecchio che pure ha bisogno di un completo
rimaneggiamento ma resta comunque una grande installazione che pochi porti
hanno
3) Che la giustissima e provvida concessione alla Seleco e ancora di più
all'ENI/SAIPEM per i suoi prototipi
forse sarebbe stato meglio se collocata altrove. Mi spiego. La Seleco al Molo
III occupa un magazzino di banchina ( a suo tempo avrebbe dovuto essere
destinato alla frutta , con
coibentazione interna per temperatura costante e camera a fumo per i parassiti
) forse impedendo accosti e operatività.
Un chiarimento da parte dell'APT non sarebbe inutile. Per l'ENI/SAIPEM
l'occupazione del Molo 0 e del bacino è senz'altro utile. Ma - a mio avviso
-quell'area avrebbe potuto essere usata meglio quale prolungamento dell'Adria
Terminal , continuando poi a banchinare la linea di costa ancora per una
cinquantina di metri. Si sarebbe ottenuto così una lunghezza di banchina per
almeno due o tre grandi scafi , più l'accosto laterale al lato sud dell'ex Molo
II. Non vorrei che anche l'Autorità Portuale , stante la temperie odierna e -
mi pare - con la fine concessione alla Genoa Terminal nel 2022 , rinunciasse
totalmente alla funzione di scalo anche per la parte ad essa ( illegalmente)
destinata, per assegnare le aree solo ad altre attività produttive.
Pensare
alla fiera di Pinocchio con cui si vuole occupare il Porto Vecchio, viene da
piangere. Oggi dal balcone e vedo accostata una grande nave di carico secco,
cinque stive, castello e macchina a poppa , grue : un vedere che allarga il
cuore.
3) Minutaglia
A) Io non so se qualcuno
ci abbia già pensato o abbia avuto la sensibilità di farlo. Si tratta del
distruggendo Scalo Legnami che quando è stato messo in opera era il più moderno
del Mediterraneo. Chi ne sono stati i promotori ?
Il dottor Vittorio Spinotti,
carnico e difensore di Trieste e il dottor Mirone Gunalachi, della gloriosa
Comunità Ellenica, benefattrice di Trieste. Meritano o no una lapide, un
bigliettino, una scritta a gessetto su
un muro che li ricordi.
Oppure questa città è diventata così ingrata, ignorante
e tetragona alle cose della memoria storica e civile da rifiutare tutto?
B) A legger bene certe notizie secondarie si
scoprono cose interessanti. Nella ' manchette' delle 'navi in arrivo e in
partenza' , pochi giorni fa , vi era l'arrivo di una cisterna per l'Oleodotto
,con provenienza TEXAS CITY. ?
Texas City è una città che è porto sussidiario di
Houston . Dunque è presumibile che il carico destinato all'Oleodotto si tratti
di crudo di provenienza americana. Se fosse così, avremmo in loco la prova che
gli USA hanno cominciato a riesportare il loro petrolio. Cosa potrebbe
derivarne ? Che la vulgata corrente che tutte le guerre dipendono dal petrolio
dovrebbe venire riconsiderata . Ma con i missili americani sulla Siria ,
sarebbe forse bene valutare se ci siano anche altri motivi più radicati e
radicali del petrolio a muovere il tritolo. Conclusione : con i tempi che
corrono sarebbe bene che i nostri rappresentati cercassero di resuscitare tutti
gli aspetti utilizzabili dall'Allegato VI all'Allegato IX ; potrebbero venirci
a breve molto utili e forse indispensabili.
Cordiali saluti.
Adriano Verani *
*nota di Faqtrieste : L'autore di questo pezzo scrive spesso alla nostra mail in modo schematico, comprensibile e con riferimenti puntuali. Ci fa piacere continuare a pubblicare i suoi pezzi che sono sempre riferiti ai contenuti del nostro blog. Buona giornata !
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