A Gianfranco Moretton va riconosciuta una capacità di traduzione dal " politichese " , che lui chiaramente legge al meglio, al linguaggio concreto e chiaro che le persone usano abitualmente.
CINQUE CANDIDATI AI NASTRI DI PARTENZA
È scaduto il termine per la presentazione dei candidati alla
Presidenza della Regione Fvg e delle relative liste che li sostengono. Ben
cinque sono gli aspiranti Presidenti che il 29 aprile saranno vagliati dagli
elettori.
Fortuna vuole che il sistema elettorale del Fvg garantisca certezza
che ci sarà una maggioranza ben definita. Almeno sotto questo aspetto non
rischiamo quanto sta accadendo a livello nazionale causa il Rosatellum che
tanti problemi ha creato per essere una legge fatta malissimo. Vabbè, a Roma
cercheranno di sbrigarsela in qualche modo, lo stiamo già vedendo.
Qui, in Regione questi problemi non si porranno nonostante ce
ne siano stati, e non pochi, nella fase della formazione delle liste e la
scelta dei capi cordata. Se ne sono viste di tutti i colori e quasi nessuno
degli schieramenti può dire che tutto sia andato per il meglio. Nel centro
sinistra abbiamo visto che le primarie sono state archiviate forse perché
passate di moda o, semplicemente, perché anche il Pd ha preferito una strada
meno complicata che è quella degli organi statutari che in quattro quattr'otto,
hanno subito individuato la figura che ha sostituito l’uscente Debora
Serracchiani, dopo solo una legislatura di governo.
Fatto sta che la tanto
conclamata e propagandata elezione delle primarie, non si è più vista, con
buona pace degli elettori che, prima d’ora, potevano scegliere il loro
rappresentante. Basta con questa forma di democrazia partecipata che è solo una perdita di tempo ed è meglio
conservare tutte le energie per la campagna elettorale che, tra l’altro, si
profila molto dura. Boh, prendiamo atto che i piddini sono così: oggi dicono
una cosa, domani cambiano idea e così via dicendo..... Francamente è
comprensibile il loro atteggiamento visto come hanno dovuto digerire le
continue sconfitte elettorali di questi ultimi anni e in particolare le
politiche dell’altro ieri dove hanno perduto ben cinque milioni di voti.
E poi c’è il centro destra che ha litigato sino all’ultimo
momento prima di far cadere la scelta del candidato alla Presidenza su un
rappresentante leghista. Comunque, dopo tutto, la coalizione si è ricompattata
e si avviano a fare una campagna elettorale con forte motivazione e orgoglio
consapevole che il vento in poppa li porterà dritti dritti alla vittoria.
Poi ci sono gli altri concorrenti, a partire dai penta
stellati che sembrano non godere di buona salute vuoi perché il loro candidato
non è affatto conosciuto sia per le liste monche per scarsità di candidati. La
lista degli autonomisti pur avendo un candidato alla Presidenza di tutto
rispetto per autorevolezza e notevole conoscenza e competenza, non hanno
sufficiente consenso elettorale per sperare di accedere fra i primi tre
competitori. E, infine, c’è un quinto candidato delle Acuile dal Friul, che si
contraddistingue per essere sbucato all’ultimo momento.
Una campagna elettorale dove partiti e movimenti hanno più
pensato alla formazione delle liste rispetto progetti e programmi, necessari a
rilanciare le sorti della regione che in questi ultimi cinque anni è stata
molto penalizzata dal governo uscente.
Lì, 26 marzo 2018
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