giovedì 20 aprile 2017

SULLA TRATTA FERROVIARIA KOPER - DIVACCIA : SCONTRO TRA GOVERNO E LUKA KOPER

Le Primorske novice, quotidiano del litorale sloveno (copre l’intera porzione di territorio da Capodistria a Nova Gorica e fino all’alto Isonzo - Caporetto e Plezzo)  ha dedicato recentemente alcuni articoli al tema del raddoppio della tratta ferroviaria Capodistria – Divača. Ne riportiamo alcuni spunti.

PERDURA IL CONFLITTO TRA GOVERNO E LUKA KOPER

         Non c’é pace tra Luka Koper e Governo della Repubblica di Slovenia. Anche il nuovo disegno di legge presentato dal Governo sul raddoppio della tratta ferroviaria Capodistria – Divača, già presentato pubblicamente e discusso in svariate sedi, non sembra trovare il favore dei vertici di Luka Koper, che, al contrario, fa sapere attraverso una nota del comitato di controllo che “nel caso di approvazione di questa legge vi è il rischio vero di provocare una battuta d’arresto sll’inizio dei lavori del secondo binario”, chiedendo inoltre a tutti i soggetti coinvolti nella formazione del disegno di legge di fare in modo che sia un testo legittimo ed allo stesso tempo sostenibile per Luka Koper dal punto di vista finanziario.




Il disegno di legge presentato dal governo dovrebbe andare in discussione domani (21.04.2017) al parlamento sloveno, anche se l’opposizione è contraria, poiché ritiene che la discussione con procedura d’urgenza non consente di affrontare una discussione approfondita né di apportare integrazioni ed emendamenti di qualità alla legge che il governo invece intende approvare quanto prima. Il ministro alle infrastrutture Peter Gašperšič ha dicharato  che il raddoppio della Capodistria – Divača è attualmente il più grande progetto della Slovenia con importanti ricadute internazionali, avendo già ricevuto lettere di sostegno da parte di Polonia, Ungheria Slovacchia e Repubblica Ceca. L’Ungheria sarebbe addirittura disposta ad investire capitali propri nell’impresa di scopo creata per il perseguimento del raddoppio ferroviario e denominata 2TDK e sarebbe in trattativa su temi analoghi anche con i cechi e gli slovacchi.

       
  Luka Koper ha manifestato forti criticità fin dall’inizio dell’iter del disegno di legge in questione. Innanzitutto i vertici di Luka Koper hanno denunciato, con il presidente Drago Matič in testa, di essere stati esclusi fin dall’inizio da qualsivoglia coinvolgimento o partecipazione all’iter legislativo. Inoltre contestano fortemente uno degli articoli della bozza, che prevede per Luka Koper un ulteriore pesante tassazione per la movimentazione dei container. In base ad alcune stime Luka Koper, nel caso la legge fosse approvata con l’attuale articolato, dovrebbe corrispondere al Governo quasi 20 milioni di euro di supplemento erariale (per il governo, ancorché mai concordata, questa sarebbe considerata una quota di compartecipazione di Luka Koper agli investimenti) per le previste operazioni di movimentazione dei container, causando alle casse dell’impresa portuale una forte emorragia ed il rischio di chiudere i bilanci in passivo, malgrado l’ottimo stato di salute riguardante i traffici dello scalo capodistriano. Anche l’ultimo incontro tra governo e Luka Koper, che ha avuto luogo il 7 aprile, non ha dissipato alcun dubbio, anzi, ha aumentato il malessere ed il livello di conflittualità.

Dopo i moti e gli scioperi dell’anno scorso, quando avvenne la prima grande frattura tra governo e vertici di Luka Koper, il governo forzò il coinvolgimento dell’SDH (Slovenski Državni Holding – Holding Statale Slovena) che definì gli obiettivi finanziari che Luka Koper avrebbe dovuto raggiungere. Tali obiettivi, così Matič, diventano irreali e irraggiungibili a fronte dei nuovi esborsi milionari ai quali la nuova legge costringerebbe Luka Koper.

         Dall’esterno si ha l’impressione di non assistere nemmeno più ad un dialogo tra sordi. Ormai la mancanza di dialogo tra governo e Luka Koper sembra conclamata, anche se gli incontri formali e “di mediazione”, proposti dal governo grossomodo per mettere i vertici di Luka davanti al fatto compiuto, continuano e continueranno, dichiarano i diretti interessati. Maliziosamente si potrebbe aggiungere, che a chi scrive la vera priorità del governo sloveno sembra essere non tanto l’avvio del raddoppio ferroviario ma la resa dei conti finale con i vertici di Luka Koper che finora hanno sempre anteposto l’interesse generale del proprio territorio e della propria istituzione agli appetiti ed ai tentativi di privatizzazione di quello che può essere considerato a ragione il più importante gioiello di famiglia della Slovenia.

         L’atteggiamento decisionista ed unilaterale ha spinto anche le Primorske novice a prendere le parti di Luka Koper. In un editoriale di Katja Gleščič del 01.04.2017, la giornalista infatti, elencando un lungo “cahier de doleance” sul tema del raddoppio, si chiede (e chiede), tra l’altro, se sia normale che a Luka Koper siano costretti a ricercare su Google e sui siti del governo notizie e stralci del testo del disegno di legge dell’esistenza del quale hanno appreso dai media o se sia normale che ben due partiti della coalizione di governo, l’SD (Partito Socialdemokratico) ed il Desus (Pensionati) debbano raccomandare al ministro all’infrastruttura di discutere del raddoppio ferroviario con l’amministrazione di Luka Koper e la locale iniziativa civile (comitato auto costituito dai cittadini residenti nelle zone interessate dal raddoppio ferroviario). 

E chiosa: esattamente un anno fa il presidente del governo Cerar a Brdo pri Kranju istituì il consiglio per la progettazione del raddoppio ferroviario, nel quale avrebbero dovuto collaborare tutti i soggetti interessati al raddoppio con lo scopo di ricercare unitariamente soluzioni per una costruzione rapida ed economicamente sostenibile. Indovinate, scrive la Gleščič, quante volte si è riunito il consiglio: la prima, l’ultima e mai più…

Un tanto sugli sforzi del governo per la costruzione di sinergie sul raddoppio ferroviario con i soggetti direttamente interessati.



Nessun commento:

Posta un commento