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PERDURA IL
CONFLITTO TRA GOVERNO E LUKA KOPER
Non c’é
pace tra Luka Koper e Governo della Repubblica di Slovenia. Anche il nuovo
disegno di legge presentato dal Governo sul raddoppio della tratta ferroviaria
Capodistria – Divača, già presentato pubblicamente e discusso in svariate sedi,
non sembra trovare il favore dei vertici di Luka Koper, che, al contrario, fa
sapere attraverso una nota del comitato di controllo che “nel caso di
approvazione di questa legge vi è il rischio vero di provocare una battuta d’arresto
sll’inizio dei lavori del secondo binario”, chiedendo inoltre a tutti i
soggetti coinvolti nella formazione del disegno di legge di fare in modo che
sia un testo legittimo ed allo stesso tempo sostenibile per Luka Koper dal
punto di vista finanziario.
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Dopo i moti e gli scioperi dell’anno scorso, quando
avvenne la prima grande frattura tra governo e vertici di Luka Koper, il
governo forzò il coinvolgimento dell’SDH (Slovenski Državni Holding – Holding Statale Slovena) che definì gli obiettivi finanziari che Luka Koper avrebbe
dovuto raggiungere. Tali obiettivi, così Matič, diventano irreali e
irraggiungibili a fronte dei nuovi esborsi milionari ai quali la nuova legge
costringerebbe Luka Koper.
Dall’esterno
si ha l’impressione di non assistere nemmeno più ad un dialogo tra sordi. Ormai
la mancanza di dialogo tra governo e Luka Koper sembra conclamata, anche se gli
incontri formali e “di mediazione”, proposti dal governo grossomodo per mettere
i vertici di Luka davanti al fatto compiuto, continuano e continueranno,
dichiarano i diretti interessati. Maliziosamente si potrebbe aggiungere, che a
chi scrive la vera priorità del governo sloveno sembra essere non tanto l’avvio
del raddoppio ferroviario ma la resa dei conti finale con i vertici di Luka
Koper che finora hanno sempre anteposto l’interesse generale del proprio
territorio e della propria istituzione agli appetiti ed ai tentativi di
privatizzazione di quello che può essere considerato a ragione il più
importante gioiello di famiglia della Slovenia.
L’atteggiamento
decisionista ed unilaterale ha spinto anche le Primorske novice a prendere le
parti di Luka Koper. In un editoriale di Katja Gleščič del 01.04.2017, la
giornalista infatti, elencando un lungo “cahier de doleance” sul tema del
raddoppio, si chiede (e chiede), tra l’altro, se sia normale che a Luka Koper
siano costretti a ricercare su Google e sui siti del governo notizie e stralci
del testo del disegno di legge dell’esistenza del quale hanno appreso dai media
o se sia normale che ben due partiti della coalizione di governo, l’SD (Partito
Socialdemokratico) ed il Desus (Pensionati) debbano raccomandare al ministro
all’infrastruttura di discutere del raddoppio ferroviario con l’amministrazione
di Luka Koper e la locale iniziativa civile (comitato auto costituito dai
cittadini residenti nelle zone interessate dal raddoppio ferroviario).
E
chiosa: esattamente un anno fa il presidente del governo Cerar a Brdo pri
Kranju istituì il consiglio per la progettazione del raddoppio ferroviario, nel
quale avrebbero dovuto collaborare tutti i soggetti interessati al raddoppio
con lo scopo di ricercare unitariamente soluzioni per una costruzione rapida ed
economicamente sostenibile. Indovinate, scrive la Gleščič, quante volte si è
riunito il consiglio: la prima, l’ultima e mai più…
Un tanto sugli sforzi del governo per la costruzione
di sinergie sul raddoppio ferroviario con i soggetti direttamente interessati.
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