ADRIATICO, SCOPPIA LA GUERRA DEI PORTI

Trieste - Galvanizzato dai
risultati dell’intermodale e dalla medaglia consegnata dal ministro Delrio che
ha definito Trieste hub di riferimento in Italia insieme a Genova, Zeno
D’Agostino scatena la guerra dei porti dell’Adriatico.
Primo fendente del
commissario diretto al collega Paolo Costa, davanti alla platea del locale
Propeller: «Finora hanno millantato un sostegno istituzionale, governativo o
comunitario che non c’è mai stato, nessun supporto strategico e non hanno
nessuna integrazione dal punto di vista ferroviario».
Non è l’unico siluro
lanciato contro i vicini di casa. Perchè D’Agostino rincara la dose: «Prima di
investire soldi pubblici su un’isola in mezzo al mare (il porto offshore di
Venezia, ndr) vanno ottimizzate le manovre come stiamo facendo noi. A Venezia
non hanno giustificazioni».
«Capisco l’entusiasmo di Zeno D’agostino che,
essendo arrivato da relativamente poco tempo, forse non ha ancora avuto il
tempo di studiare abbastanza i mercati che l’Alto Adriatico serve».
La risposta
di Paolo Costa, presidente di Venezia è netta: «Rotteram con lo studio Panteia,
dice che in Alto Adriatico non siamo capaci di realizzare volumi di traffico
che rendano conveniente risalire l’Adriatico e che non siamo capaci di
accogliere navi sufficientemente grandi.
Vogliamo dar loro ragione o vogliamo
smettere di seguire una strategia da “Polli di Renzo” in cui continuiamo a
farci la guerra perdendo mercato e opportunità? O vinciamo assieme o perdiamo
assieme».
E ancora: «Capisco che Trieste voglia puntare tutto sulla ferrovia –
anche perché il mercato raggiungibile via strada se l’è già lasciato prendere
da Capodistria – ma asserire che il porto di Venezia debba smettere di crescere
o di guardare al futuro è del tutto un non senso».
Costa sottolinea i risultati
dello scalo: nel quadrimestre Venezia ha segnato +40% sulle movimentazioni via
ferrovia: «Ottimi collegamenti stradari e ferroviari già pronti e i treni
totalmente intermodali per Rotterdam e Francoforte funzionano regolarmente ogni
settimana, senza alcun bisogno di finanziamenti pubblici, dei quali invece gode
Trieste.
Spero invece che il mio collega Zeno d’Agostino si riallinei sull’interesse
italiano ed europeo prima che su quello locale e smetta di seguire una logica
meramente campanilista che avrà il solo merito di regalare ai porti del Nord
Europa tutti i nostri mercati».
da AFFARI&FINANZA di REPUBBLICA del 12 febbraio 2015
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