di seguito gli articoli dedicati dal quotidiano IL PICCOLO nell'aprile 2014 al progetto AMEM, che il giornalista definiva "fantasmagorico " e " stucchevole ". Erano i giorni in cui si delineava il piano di Arvedi per la Ferriera di Servola, i giorni in cui era stato reso pubblico anche un progetto studio di Alpe Adria sulla stessa area e quindi il giornale locale aveva denominato il progetto AMEM come "piano C ".
Rassegna stampa 9 aprile 2014
E per il dopo-Ferriera spunta il “piano C” -
Lo propone la
Anem di Vienna: un megaterminal galleggiante per navi da oltre 18mila teu
Sgonfiato il primo progetto per Servola alternativo
all’opzione Arvedi dallo stesso presidente della società che l’ha prodotto,
Gianpiero Fanigliulo di Alpe Adria che anche ieri lo ha pubblicamente definito
«bellissimo, ma superato», rischia di prendere quota, forse per occulte spinte
politiche, un secondo, se possibile ancor più fantasmagorico.
È una sorta di
piano C consegnato tra l’altro all’Autorità portuale e alla stessa Lucchini. In
questo caso il proponente è la Anem cioé l’Austrian marine equipment
manufacturers, società di Vienna che in sostanza propone di realizzare nello
specchio acqueo antistante la Ferriera una grande struttura galleggiante (si
tratterebbe di teconologia Vlfs cioé Very large floating structures) che funga
da megaterminal container per ormeggiare, grazie ai profondi fondali triestini,
navi di 18mila e più teu.
«I Vlfs - si legge nella prefazione del documento
consegnato da Johannes Kuehmayer - sono in grado di offrire una seria
alternativa alle banchine convenzionali e dunque il concetto alla base della
soluzione proposta da Anem non è condizionato da ostacoli che nascano per i
lunghi processi decisionali sul futuro dell’area Lucchini, né sulla
individuazione del chi e come eseguire la bonifica del sito o del come si
elimineranno migliaia di tonnellate di materiale contaminato, nemmeno sulla
definizione di chi e come dovrà sostenere i costi di tutto questo.»
A parte il
fatto che non vi è alcuna indicazione su eventuali interessamenti
all’operazione da parte né di imprenditori né di armatori, sembrerebbe di
capire che da tutta l’operazione Trieste non guadagnerebbe nemmeno la bonifica
del sito. Il punto di partenza della proposta è «la firma di un memorandum
d’intesa tra le ferrovie russe e quelle austriache con il coinvolgimento di
partner ucraini e slovacchi».
L’attuale crisi russo-ucraina è evidentemente
l’ennesimo punto interrogativo. «L’accordo - rileva l’Anem - prevede il
prolungamento della linea ferroviaria a scartamento largo (Transsib) da Kosice
in Slovacchia alla regione Vienna-Bratislava e trasformerà Vienna nel più
importante hub container dell’entroterra europeo. I tunnel già in costruzione
elimineranno i colli di bottiglia dell’asse Baltico-Adriatico in Austria e
apriranno un hinterland di enorme portata e rilevanza economica per il porto di
Trieste.»
La conclusione è ancora più stucchevole perché si invitano i soggetti
interessati a ripensare il ruolo di Trieste e avviare subito negoziati con
l’Alleanza P3 (Maersk, Msc e Cma-Cgm) la stessa con cui il vero terminal
container di Trieste ha trovato già molti mesi fa accordi in base ai quali la
prima nave della P3 arriverà sul Molo Settimo già ad agosto.
(s.m.)
Rassegna stampa 24 aprile 2014
SPUNTA UN GRUPPO ASIATICO NELLA GARA PER LA FERRIERA
«Il progetto di un nuovo terminal container in versione
flottante (Vlfs) non interferisce con il piano di Arvedi, ma è sinergico e
complementare in una visione dell’area della Ferriera del dopo-siderurgia e del
dopo-Cip6 come ulteriore estensione del comprensorio in chiave logistico
intermodale, magari di interesse dello stesso Gruppo Arvedi.»
Lo precisa
Johannes Kuehmayer, presidente della società viennese Austrian maritime
equipments e presentatore per Servola di un estemporaneo progetto che in
sostanza propone di realizzare nello specchio acqueo antistante la Ferriera una
grande struttura galleggiante che funga da megaterminal container per
ormeggiare navi di 18 mila e più teu. «Amem - specifica Kuehmayer - non vuole
essere un competitor di Arvedi.»
di Silvio Maranzana
Arvedi non è l’unico
pretendente alla Ferriera di Servola.
L’amministrazione straordinaria della
Lucchini ha infatti ieri reso finalmente noto che sono due le manifestazioni
d’interesse presentate entro il termine del 21 aprile e che provengono
rispettivamente da un gruppo italiano e da uno straniero. Le informazioni
ufficiali finiscono qui, ma mentre sul primo vi è la certezza che si tratti del
Gruppo cremonese, per il secondo concorrente le uniche illazioni provenienti da
fonte autorevole rimandano a un gruppo asiatico, definito esattamente
«orientale».
Entrambe le proposte, pur in questa fase preliminare, come
sottolinea la nota firmata dall’amministrazione straordinaria di Lucchini spa e
Servola spa, sono incomplete rispetto agli allegati richiesti. Il commissario
straordinario Piero Nardi ha dato tempo fino a domenica prossima per
completarle. La presenza di Arvedi, confermata già venerdì scorso dalla Regione
in base alla comunicazione fatta dallo stesso commissario anche al Ministero
per lo sviluppo economico, è stata ieri ammessa anche da Francesco Rosato,
amministratore unico di Siderurgica Triestina la società creata ad hoc dal
Gruppo cremonese per puntare su Servola.
«In questa prima fase abbiamo
presentato quasi esclusivamente la manifestazione d’interesse - ha specificato
Rosato - ora ci apprestiamo a produrre anche il piano industriale e quello
finanziario.» La proposta concorrente, presumibilmente concretizzatasi negli
ultimi giorni, sembra aver parzialmente preso in contropiede la stessa Regione.
«Forse inaspettata ma non da leggersi, in questa fase, in termini negativi - ha
rilevato ieri la presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani - la
presentazione di una seconda manifestazione d’interesse, in questo caso
proveniente dall’estero, per l’acquisizione del complesso siderurgico della
Ferriera di Trieste. Finora le istituzioni del territorio si sono confrontate
con la proposta formulata dal gruppo Arvedi - ha aggiunto - Ora non si può che
attendere di valutare con attenzione i contenuti di questa seconda
manifestazione d’interesse per uno stabilimento industriale su cui la Regione
ha da sempre mostrato la massima attenzione».
Nel giro di poche ore sono nate e
tramontate due piste sviluppatesi però da basi stabili e in particolare dal
sopralluogo fatto in città da top manager dei gruppi logistici Contship Italia
e Dubai ports. Non è sfuggita in particolare la presenza nelle settimane scorse
in piazza Unità, dove vi sono i palazzi della Regione e del Comune, dei due
vicepresidenti di Contship Italia, Marco Simonetti (terminal marittini) e
Sebastiano Grasso (attività logistiche e intermodali), mentre viene dato per
certo anche un sopralluogo di top manager di Dubai ports. La banchina della
Ferriera del resto era stata oggetto di momentanea attenzione anche da parte di
Apm terminals, la società terminalistica di Maersk, società leader mondiale nel
settore dei container, ma era stata scartata «per la complessità dell’area e i
tempi troppo lunghi necessari per la sua riconversione, bonifiche comprese.»
Nell’asta fatta per Piombino per rilevare i quattro laminatoi si erano fatti
avanti anche i fratelli indiani Naveen e Sajjan Jindal a nome della Jindal
Power Limited, società che fa parte dello stesso gruppo familiare cui
appartiene Jindall Saw che ha preso in affitto per cinque anni la Sertubi. Non
è escluso che la pista “orientale” possa portare a questa società.
Sia Contship
che Dubai ports invece si occupano pressoché esclusivamente di logistica,
mentre la nota stessa emessa ieri dall’amministrazione straordinaria rileva che
«il presupposto per partecipare era la volontà di proseguire con l’attività
siderurgica nel sito di Servola.»
«Chi non prosegue con la siderurgia -
specifica Francesco Semino, segretario amministrazione straordinaria - perde i
22 milioni previsti dal bando.» Sono quelli derivanti dalla risoluzione anticipata
del cosiddetto Cip6 e che Elettra deve alla Servola spa.
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