La conclusione di questa vicenda segnerà la politica industriale rispetto alla siderurgia per tutti gli altri siti produttivi. Se ci sarà una conclusione con decisione finale ?
Non è scontato che questa sia la volta buona per arrivare a definire una decisione , visto che la scelta finora è stata quella di rimandare e prolungare i tempi cercando di allontanare, anche con importanti investimenti pubblici, il momento risolutore.
MA CI SARA' UNA LEGGE DA RISPETTARE E DA APPLICARE CHE REGOLAMENTA QUESTI TEMI ? SALUTE, LAVORO E IMPATTO AMBIENTALE HANNO UNA LEGGE CHE LI DEFINISCE E FISSA LE PRIORITA' ?
Non è stato piacevole andare a vedere le carte e scoprire che qualcuno al tavolo di gioco può cambiare le regole durante la partita.
Tu giocheresti una partita a poker con un avversario che dopo aver fatto una grossa puntata decide che le carte spaiate che lui ha in mano sono le uniche a poter vincere ?
Ci siamo aiutati con alcune citazioni di un articolo di Gianluigi Pellegrino pubblicato su Repubblica del 2 dicembre 2017 dal titolo che è tutto un programma : " Chiarezza sull'ILVA " articolo integrale
IL CASO ILVA E' REGOLATO DA UNA LEGGE CHE DETERMINA UNA ECCEZIONE . Si tratta di una legge straordinaria ? Quindi risponde in modo eccezionale a una situazione particolare e non fissa regole generali rispetto all'ambiente, al lavoro e alla salute ?
In realtà guardare all'Ilva
con le lenti delle leggi ordinarie, o dei normali valori ordinamentali vuol
dire negarsi la possibilità di capire di cosa stiamo parlando.
Piuttosto, come
sancito anche dalla Corte costituzionale, (sentenza n. 182 di quest'anno)
rigettando proprio un ricorso della Regione Puglia, siamo davanti ad un caso
d'eccezione istituzionale con l'emersione del più drammatico conflitto tra
valori tutti di primario rilievo: lavoro, salute, minima tutela ambientale.
Per
questo già all'esplosione della vicenda e ai ripetuti interventi dei giudici
che minacciavano la chiusura di ogni produzione, avevamo evidenziato che solo
la legge potesse ricercare un qualche accettabile compromesso.
E così
opportunamente avvenne che proprio la legge, come ancora sottolinea la
Consulta, ha avuto modo di definire l'Ilva quale «stabilimento di interesse strategico
nazionale » e che pertanto potesse continuare nella sua produzione « pur se
essa comporti oggettivamente pericoli gravi e rilevanti per l'integrità
dell'ambiente e della salute» .
IL decreto che concede tempi più lunghi all'imprenditore per il risanamento ambientale è quello che fa discutere e genera il ricorso al TAR. La domanda semplificata è se tale decreto è un favore all'imprenditore ?
il recente decreto che insieme
a opportune misure di accelerazione della salvaguardia ha però anche accolto la
richiesta dell'impresa di allungare i tempi del piano di risanamento, nulla è
dato sapere se tali concessioni siano coerenti con le offerte pervenute in
gara, per spazzare via il dubbio che oggi si stiano compiendo atti di non
dovuta generosità nei confronti del pur apprezzabile investitore.
Come mai non sono stati accolti nella eventuale riscrittura del decreto i suggerimenti avanzati da Regione e Comune di Taranto ? Non è sufficiente il caso d'eccezione che l'ILVA già rappresenta ? Perchè il ministro Calenda vuole una ulteriore legge nel 2018 che definisca la natura strategica dello stabilimento e che blocchi definitivamente le reazioni praticabili da Regione e Comune ?
Né si conoscono le ragioni
per cui la pur prevista commissione di esperti non avrebbe accolto la
grandissima parte delle correzioni richieste da associazioni di cittadini ed
enti locali. In questi termini il ricorso di Regione e Comune non dovrebbe far
gridare allo scandalo ma anzi sollecitare una complessiva discovery che
consenta di verificare se, ferme le regole d'eccezione che riguardano l'Ilva,
almeno quelle siano effettivamente rispettate, per fugare ogni dubbio che sul
versante della tutela della salute e dell'ambiente non vi siano stati ulteriori
e non dovuti arretramenti.
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