lunedì 18 dicembre 2017

FAQ TRIESTE E I SUOI LETTORI NO ALL'UNIONE TRIESTE MONFALCONE

Faq Trieste si è scelto il compito di provare ad informare attraverso il metodo delle domande per chiarire e comprendere meglio i problemi che andiamo ad affrontare. Come blog siamo anche presenti con una pagina Facebook dove fortunatamente non ci sono  commenti demenziali e reciproche offese come succede su certi " social media " che sono degli sfogatoi di frustrazioni degni del lettino di uno psicanalista.




Abbiamo varie volte segnalato e anche pubblicato interventi dei nostri lettori che sostenevano tesi diverse dalle nostre convinzioni. Ci serve questo confronto anche per calibrare le nostre domande allo scopo di permettere a ciascuno di noi ed ai nostri amici di costruire una propria opinione.

Di seguito un intervento che abbiamo ricevuto alla nostra mail:

CONTROCORRENTE !


Volevo postare questo mio commento ma ahimè non essendo 'homus technologicus' non sono riuscito a mettere i miei dati.

Seguo con il testo, se vi interessa pubblicarlo, benchè -credo - controcorrente.

Da triestino, sono assolutamente contrario all'unione con Monfalcone.

Le colonne di Aurisina significano il termine della città franca cioè di una città che se vuole essere porto deve poter gestire e governare nella maniera più libera e efficiente il proprio territorio. Quando i Cosulich crearono dal nulla Monfalcone nessuno, per avere un controllo sui capitali investiti, si sognò di richiederne il passaggio sotto Trieste estendendo il territorio del Comune.

Ma un vecchio fantasma ammalia ancora parte della popolazione triestina, la “Provincia Grande” con l’assunto che una area estesa significherebbe un maggior peso politico. Nulla di più sbagliato: la necessità di Trieste e del suo porto sta nell’avere il meno possibile di lacci e lacciuoli, per cui inglobare un porto come Monfalcone significa creare all’interno dell’organismo di gestione una fonte di guai e di discussioni senza fine.

Ci sono segni che bisogna saper leggere per poter prevedere e prevenire risultati sgradevoli: guardare le vetrine delle librerie ! Vi accorgereste della mole di libri e pubblicazioni varie che vengono prodotte su Monfalcone.

Non solo sul loro porto e sulle sue pretese e aspettative , tra cui il necessario e costoso dragaggio, mentre a Trieste non si draga in maniera tecnicamente corretta sin dal 1970. E il recupero di un paio di metri in Porto Vecchio e nelle canalette ai moli del P.F.N. e dell'Oleodotto e del Canale navigabile non sarebbe per nulla disprezzabile. 

A Genova vogliono far fondale usando delle microcariche che frantumino le rocce sottostanti. Vi ricordate i vecchi quaderni 'Pigna'?

 Veniva detto che Trieste era la città dei cantieri: ora la città dei cantieri è Monfalcone e questo non solo come presa d'atto di uno stato di fatto bensì come affermazione di una condizione di origine ove Trieste viene a pena nominata.  Questo significa che Monfalcone sta prendendo sempre più coscienza di sè e si sta creando quel 'mito di fondazione' che ovviamente tiene nessun conto di Trieste. 

Ne viene che l’abbraccio portuale con Monfalcone sarà di una tale pericolosità che ci troveremo ad avere meno autonomia di quella poca che abbiamo oggi e allo stesso tempo ci troveremo a dover discutere ogni miglioria e ammodernamento dell'Arsenale. Quindi questo afflato di amorosi sensi deve essere profondamente riconsiderato.

Per quanto riguarda la succitata navalneccanica , rischiamo anche di esserne totalmente espulsi in un silenzio da cimitero senza che nessuna seria discussione venga neppure accennata. 

Il nostro maggior bacino è di 300 mt è ora totalmente insufficiente, sicchè le nuove navi passeggeri non vengono più all'Arsenale; le ultimissime della MSC -raggiungono quasi i 400 mt. mentre sono allo studio navi di ancora maggiori dimensioni. 

Vogliamo contare ancora qualche cosa nella navalmeccanica, prevedendo anche l'opportunità non solo di carenaggio e raddobbo ma anche preparare le strutture adatte per tornare alle costruzioni in bacino ? Allora abbiamo bisogno subito di un bacino di 450 mt. Quindi ristrutturazione dei due bacini maggior portandoli  portandoli a 300 o più e almeno 370 mt.( come il nuovo progettato a Genova) e costruzione di uno nuovo maggiore su una parte dello Scalo Legnami che dovrebbe essere destinata a questo scopo difficile, lo so ma bisogna insistere - La Piattaforma Logistica è una bufala per svilire il PFV ove vi è la sua sede deputata.


Essenziale e risolutiva quindi è l'applicazione dell'Allegato VIII, senza trucchi e sotterfugi che garantisca al porto i suoi cespiti di diritto per l'autofinanziamento delle nuove opere portuali assieme all'applicazione delle sue imposizioni in materia ferroviaria. 

Con questi cespiti, non avremo bisogno di pitoccare un centesimo a Stato o Regione e nello stesso tempo non saremo ricattabili; eventuali sabotaggi legislativi sarebbero facilmente denunciabili all'estero. Senza illusioni, avremo tutti contro dai Governi, alla Regione agli altri porti italiani supportati  purtroppo dai Quisling locali. Se l’applicazione dell’Allegato VIII avverrà non avremo certo alcun bisogno di Monfalcone. 

Se invece non dovesse essere, ebbene non solo la vita del porto sarebbe modesta e stentata ma l'apparentamento con Monfalcone porterebbe ad uno sbilanciamento di forze dove noi saremo soccombenti, per cui danno certo e conclamato! Quindi, in ogni caso, nessun legame contrattuale e legislativo con Monfalcone.  

Verani Adriano

patente Capitano di L.C.
laureato in Storia Contemporanea all'Università di Trieste

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