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Altro punto verso la quale la stampa e
la politica locale devono stare bene attenti è quello della filiera degli appalti. Non è un caso se, tra i componenti
della delegazione cinese, qualcuno si sia informato proprio su questo
argomento. Già, perché la tendenza di questo genere di
operazioni è, se lasciata indisturbata, “all China”: capitali cinesi, o
raccolti da cinesi, governo, nel rispetto formale delle autorità locali,
saldamente nelle mani del Dragone, e quante più ditte possibili che vengono
dalla Cina. Del resto bisogna far quadrare un
complesso quadro finanziario, tenere un certo livello di profitto e di
produttività. La tendenza è quella di riprodurre, vizi e virtù, l’interna
catena dalla moneta alla costruzione, alla rete delle ditte proprio all’estero.
Il punto non è solo che il modello “all China”, ampiamente sperimentato in Africa, ha delle criticità sul piano dei vantaggi per le economie
territoriali. Ma anche che tende a riprodursi, criticità comprese, anche nei
paesi occidentali. Si guardi alle considerazioni che
fanno le autorità neozelandesi proprio su investimento diretto nelle
infrastrutture locali e portuali nel quale sarebbe presente proprio China
Railway. È vero che stiamo parlando di un
paese geograficamente agli antipodi dell’Italia ma di una economia storicamente
occidentale, con autorità strutturate, con efficienza, per attirare
investimenti globali. Quello che dicono le autorità neozelandesi è
chiaro: vanno bene gli investimenti cinesi,
abbiamo bisogno di fondi per le infrastrutture, ma l’affare si fa solo se è
chiaro cosa ci guadagna l’economia territoriale anche in termini di partecipazione diretta ai lavori. Altrimenti
diventa un investimento di cinesi per la Cina, di cui l’estero è solo un
pretesto.
http://www.stuff.co.nz/auckland/local-news/northland/90983412/china-railway-investment-not-ruled-out
Non dare nulla per scontato, specie
negli appalti, è un punto al quale eventualmente stampa e politica locale sono
chiamati a intervenire. Va anche aggiunto che l’Unione Europea, per la
costruzione della nuova ferrovia Belgrado-Budapest (nella foto la firma dell’accordo) da parte proprio
della China Railway, ha fermato la parte di concessioni che la riguardano proprio a causa
dei troppi appalti Cina su Cina.
Anche saper creare precedenti in grado
di poter ragionare da pari a pari è un’ottima medicina per le criticità. Se è
vero che una delegazione cinese è stata ospitata in comune, ed è un fatto
positivo, è altrettanto vero che la strategia
dell’attesa dell’investitore cinese che si innamora è insensata. Come ha fatto la compagnia portuali
bisogna andare da quelle parti per essere accettati. E ci sono diversi programmi di ricerca e cooperazione locali,
finanziati dalle autorità regionali, che possono fare al caso di Livorno. Basta
non pensare di vendere loro quello che hanno già e avere un’idea chiara dei
prodotti da proporre in joint-venture. Anche qui la politica può fare
molto se esce dalla routine delle polemiche inutili e dagli effetti annuncio su
Facebook.
Facciamo infine un’operazione politica:
guardiamo oltre il prossimo quarto d’ora. La comunità cinese di Livorno è
cresciuta, in un trend di presenza nazionale abbastanza stabile, del 30% nel
nostro territorio dall’inizio della crisi. Si pensa forse che investimenti nel porto e presenza sul territorio
siano separate? Ad un certo punto le due dimensioni fanno sinergia. La presenza
cinese predilige i porti, a Oakland, tra penetrazione tecnologica e di capitali
e presenza di popolazione, ad un certo punto il sindaco eletto era una donna
cinese. Scenari lontani? Fantascienza? Certo, niente si ripete allo stesso
modo, l’Italia non è la California, ma forse non si è capito quanto la
globalizzazione oggi acceleri i processi di cambiamento dei territori. Quelli
che hanno cambiano l’asse reale dei poteri sui territori e la loro direttrice
economica.
L’investimento cinese può essere
un’opportunità o un grave rischio. Di sicuro
l’improvvisazione in questo scenario i rischi, se ci sono, li amplifica.
Comunque andrà questo scenario, aggiunto alla presenza reale di Infracapital,
il futuro di Livorno sarà inedito, non sperimentato.
redazione di SENZA SOSTE , 3 aprile 2017
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